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Dieci cose, da mangiare, a Napoli.

Dieci cose, da mangiare, a Napoli.

Che tu sia un turista o napoletano, ci sono cose che a Napoli bisogna provare almeno una volta nella vita. E allora vieni con me, ti porterò nei vicoli dove i “bassi” sono di fianco ai quadri di Caravaggio, dove la Napoli bene è alle spalle di Scampia, dove la “monneza” vive in simbiosi con palazzi storici, dove i ragazzini giocano a pallone sulle stesse strade che hanno visto camminare Masaniello, in un tour gastronomico da far girare la testa. Bisogna dire subito che a Napoli si mangia davvero con poco, nel senso che si spende proprio una miseria per provare quelli che sono i prodotti principali della città.
1)La Mozzarella. Se sei sul suolo napoletano la prima cosa da fare è cercare un caseificio e addentare un bocconcino di mozzarella di bufala da almeno 150 g. I caseifici si trovano già nell’ aeroporto e nella stazione, perché di mozzarella ne senti il bisogno appena vedi il cielo azzurro. Che sia di provenienza aversana o battipagliese (per una papilla gustativa attenta  e acuta, la differenza c’è e si sente) l’importante è affondare i denti su quella palla bianca, stando quanto più possibile attenti allo schizzo di latte bufalino, inevitabile. Con 10 massimo 12 euro ci si porta a casa 1 kg di mozzarella.
2)La trippa, o’ pere e o’ musso. Un tempo considera piatto povero, fatto con gli scarti: stomachi di mucca, piede e muso di maiale, bolliti e fatti spurgare per ore e ore, oggi è molto rivalutata ed è uno tra gli street food partenopei più apprezzati. Scendendo per la Pignasecca o camminando nel Vasto ( quartieri storici) potete incontrare due tra i venditori di trippa più famosi, caratterizzati da un gabbiotto con cascata annessa, per avere sempre il prodotto umido, hanno un odore inconfondibile. Impossibile non fermarsi per prenderne un “cuoppo” misto, con una abbondante spruzzata di limone. In questi negozi si può acquistare anche dell’ottimo soffritto (sempre insieme di frattaglie, tra cui polmone, cuore e trachea, cotto nella sugna e concentrato di pomodoro,ma la ricetta di quello originale pare sia segreta) da sciogliere in padella e versare sui vermicelli. Con 8-10 euro si può mangiare in due tranquillamente.
3)Frittura mista. A Napoli le fritture non vanno a peso o a pezzo, ma vanno ad euro. “Capo, scusami, mi dai 5 euro di frittura mista” e ti ritrovi una busta di carta piena di zeppole crocché, palle di riso, scagliozzi, mel(e)anzane indorate e fritte, frittatine di pasta , nella quale il capo ha sparso un bel po’ di sale, che ad occhi chiusi soddisfa il palato di almeno 4 persone. La friggitoria più famosa si trova al Vomero, zona residenziale e borghese, dove le persone credono di essere altolocate, ma lo sono meno di quelle di Posillipo per intenderci, ma ogni pizzeria che si rispetti ha il suo banchetto di fritti.
4) Vermicelli a vongole (o a frutti di mare). In tutta Italia questo piatto si chiama “alle vongole”o “con le vongole” ma si sa, il lessico napoletano prende spesso e volentieri delle licenze poetiche non indifferenti. A mio avviso se avete voglia di sentire in bocca il mare dovete recarvi nella zona di Napoli dove c’è il vecchio tribunale o nei pressi di via Foria, dove all’interno gazebo storici verranno serviti abbondantissimi piatti di pasta direttamente sul marciapiede. La maggior parte di questi locali sono spartani e magari vi sfreccerà qualche motorino di fianco, ma ne vale assolutamente la pena. La caratteristica fondamentale è che devono essere “sciuliarielli sciuliarielli” ovvero devono scivolare nel risucchio…anche qui, occhio allo schizzo, di olio, questa volta. L’unica diatriba che ci sarà a tavola sarà scegliere il formato di pasta: vermicelli o linguine? In questi posti se il piatto di pasta non vi ha già stecchiti si può e si deve provare il polpo (ma per i napoletani è sempre polipo) alla luciana e la zuppa forte. Con 15 euro a persona si mangia da re.
5)Panini napoletani. Dopo una lunga camminata nei decumani del centro storico, dopo aver visto Napoli da San Maritino, dopo essere scesi nel suo ventre ed essersi stupiti scoprendo la seconda città sotterranea, un po’ di fame vi sarà venuta no? Ebbene, se c’è una cosa che si può mangiare a qualunque ora del giorno e della notte è il panino napoletano. Si tratta, per chi non lo conosce, di una piccola e deliziosa bomba di gusto. Soffice pasta lievitata, cotta al forno, ripiena di ogni ben di Dio. Un misto di salumi e formaggi saporiti, selezionato e mixato da mani esperte con aggiunta di uovo sodo e pepe, fanno di questo street food un quadro architettonico da mangiare prima con gli occhi che con la bocca. Si vende soprattutto nei forni e nei banchetti e lo si paga massimo 2 euro al pezzo.
7) Salsiccia e friarielli. Anche se non siete di Napoli, conoscerete di sicuro qualcuno in questa città, ma  se così non fosse, i napoletani sono proverbialmente espansivi e potrà capitare magari di chiedere informazioni e ritrovarvi a casa di uno sconosciuto a cena. Ecco se vi danno possibilità di scelta, chiedete salsiccia e friarielli. I friarielli sono tipici di queste parti, si vendono in fasci e si trovano soprattutto nei mercati rionali di frutta e verdura. Sono abbastanza amari che alla lontana ricordano le cicorie o le cime di rapa. Per farli buoni buoni però serve tanto o olio e tanto peperoncino, qui non si può certo elemosinare e il connubio perfetto è l’abbinamento con le salsicce, fatte rigorosamente a punta di coltello. Se poi volete fare un’esperienza extrasensoriale aprite un palatone di pane cafone napoletano a metà e riempitelo di questi. Volendole acquistare crude entrambe le cose, per avere un souvenir finalmente utile, spenderete al massimo 7 euro.
8) Sfogliatella e babà Quando la voglia di dolce assale all’improvviso niente paura, ci sono due colonne pronte a sorreggervi. Una si chiama sfogliatella e l’altra babà. Di questi due dolci ci sono molte varianti. Sfogliata frolla o riccia, babà semplice -rigorosamente bagnato con rum, con panna e fragole o crema e amarena. E’ l’eterna lotta tra puristi e innovatori. La bottega più famosa si trova nei pressi della Stazione Centrale. Si capisce che ci sei vicino perché si sente un profumo incredibile già da 200 mt di distanza. Sia babà che sfogliatelle costano circa 1 euro al pezzo.
9) Pizza. Nell’immaginario collettivo Napoli è o’sole, o’ mandulin e a pizza. In effetti, forse, così è. Non c’è strada, non c’è zona, non c’è vicolo che non abbia una pizzeria nel raggio di 150 mt. C’è solo l’imbarazzo della scelta. Le pizzerie più storiche e famose si trovano nei pressi di Forcella. Le pizze vengono servite sui piatti spartani e tavoli di marmo, con fazzoletti che non asciugano e fuori c’è ressa e lista di attesa già dalle 11 e 30 del mattino. Ma ne vale assolutamente la pena. In queste pizzerie più antiche non c’è possibilità di scelta: gli unici due gusti sono la margherita e la marinara. Se si vuole spaziare con il gusto e la fantasia bisogna andare altrove. Materdei, Vomero, Via Tribunali, centro storico,lungomare, Vasto tutte zone che annoverano le pizzerie più famose della città. Si può consumarla ad un tavolino elegante o piegata “a portafoglio” direttamente per strada. I pizzaioli devono seguire un disciplinare ben preciso, la pizza è sacra per il napoletano…quasi come Maradona. I prezzi variano molto, dipende dalla zona e dal tipo di pizza. Andiamo dai 3 ai 10 euro (pizza fritta super gigante o dieci gusti).
Il nostro viaggio sta per finire, ci sarebbero tante cose da assaggiare ancora e la selezione è stata difficile. Ma Napoli affonda le sue radici nel mito della sirena Partenope ed è ad essa che deve il suo carattere. In questa città coesistono il bene e il male, la gioia e il dolore, il bello ed il brutto,la ricchezza e la povertà., la salute e la malattia…finchè morte non ci separi. Tutte anime contrastanti, che lottando si scontrano per vivere l’una di fianco all’altra, le facce di una stessa medaglia che hanno ragione e voglia di coesistere. Per questo motivo il mio numero 10, (last but not least) c’è più che un cibo, uno stato mentale legato ad esso. Vieni con me, prendiamo la metro e scendiamo alla fermata di via Roma, una tra le più belle d’Europa. Facciamo una passeggiata e arriviamo sul lungomare. Scavalchiamo la transenna e ci sediamo sugli scogli. A sinistra c’è il Castel dell’Ovo, a destra la collina di Posillipo, in testa abbiamo un sole caldo e un cielo azzurro meraviglioso. Davanti il mare. Tra le mani una birra, e i taralli sugna e pepe. Ecco al decimo posto ci sono i Taralli nzogna e pepe. Per la birra e taralli 3 euro bastano…il resto è gratis.

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